Quasi 3 aziende su 4 hanno implementato o stanno pensando di adottare soluzioni di cloud computing. Ma quanto la sicurezza (reale o percepita) influenza le nostre scelte?
Le infrastrutture cloud based in ambito aziendale sono ormai una realtà consolidata. Oltre al tema della riduzione dei costi (legata principalmente alle licenze software e all’ottimizzazione delle risorse hardware), vi sono i grandi vantaggi che essa può garantire in termini operativi: una gestione centralizzata con tutti i pro che essa comporta, una scalabilità pressoché totale e un’elevata velocità di delivery, per dirne alcuni.
Oggi, il dibattito tra i professionisti IT (e non) si è spostato sul tema della gestione dell’hosting: SaaS o private?
Iniziamo col definire questi due termini. Si parla di SaaS (Software as a Service) quando un provider esterno (ad es. Google) fornisce il software applicativo – sviluppato da sé o da terze parti – al cliente finale, tramite cloud. Si tratta invece di private quando il network cloud viene sviluppato internamente o esternamente appoggiandosi ai server aziendali.
Da recenti indagini (CTERA, 2015) sembra che il 42% delle aziende della PA e servizi finanziari prediliga una soluzione private, unitamente al 40% delle aziende sopra i 10.000 dipendenti. Su questi numeri il tema sicurezza gioca evidentemente un impatto fondamentale: prediligere una soluzione private sembra infatti un modo per aumentare la sicurezza dei dati sensibili aziendali.
Tralasciando in questa sede gli aspetti giuridici e legati alle policy d’azienda – che meriterebbero una trattazione a parte – si tratta a nostro avviso di una sicurezza percepita più che di una reale maggior affidabilità dei sistemi, in quanto ormai la maggior parte dei provider ha adottato sistemi di controllo su più livelli e, nella maggioranza dei casi, più affidabili rispetto a quelli private.
Inoltre, una soluzione SaaS sembra essere la soluzione “ad hoc” per i professionisti: la possibilità di storing, di sharing e di backup centralizzato dei dati, unitamente all’utilizzo dei software da qualsiasi dispositivo, a protocolli di sicurezza ridondanti e a certificazioni SSL, sembrano ormai vantaggi cui sia difficile rinunciare.
Certo, anche una gestione di private cloud può avere i suoi vantaggi: in un’azienda con una IT che possa supportare una gestione di questo tipo, questa soluzione garantisce un maggior controllo sulla propria infrastruttura e risposte in tempo reale alle esigenze interne, oltre ad una gestione dei costi “autonoma” e non dipendente da provider esterno.
In conclusione: il cloud computing è una realtà ormai consolidata, in ambito aziendale e non. Innovare i processi aziendali, le modalità di comunicazione e le strutture IT nel 2016 senza cloud sembra essere un ossimoro. Ma su quale tipo di soluzione andare?
Sono da valutare case by case le realtà coinvolte e gli obiettivi che queste si sono prefissate, attraverso un assessment strutturato che ben evidenzi pro e contro di entrambe le soluzioni. Come sempre, l’abito perfetto non esiste, ma esiste l’abito perfetto per ogni occasione.
Mirko Nossa
Web and Digital Manager – mirko.nossa@macrosconsulting.it
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